Dalla diretta da un bunker durante i bombardamenti in Ucraina all’incontro con i bambini malati di leucemia di un ospedale oncologico pediatrico, passando per l’incidente di Trieste delle Frecce Tricolori, la cattura di Messina Denaro e le dirette durante la pandemia Covid ed il lockdown come uno dei primi inviati a Codogno, da dove tutto è partito. Questi i racconti di vita vissuta che il giornalista Rai del Tg1, Giuseppe La Venia ha offerto, nei giorni scorsi, agli alunni delle ultime classi del secondo istituto comprensivo Orso Mario Corbino, diretto da Maria Giovanna Sergi, nell’ambito degli incontri didattici legati al progetto “Orientamento”.
Gli alunni che hanno seguito con grande attenzione, hanno potuto conoscere da vicino i retroscena e gli aneddoti di un mestiere, sempre più difficile da fare bene ma che continua ad affascinare, tra i racconti toccante quello dell’ospedale ucraino dove vengono curati i bambini, dai 5 ai 12 anni, malati di leucemia. E dove la chemioterapia deve essere fatta, anche nel bunker- scantinato che somiglia più ad una stalla, anche quando suonano le sirene, perché il cancro non aspetta che smettano di suonare e si rischia che qualche piccolo non ce la faccia. E non per le bombe.
In quell’occasione l’inviato del tg della rete ammiraglia della Rai ha raccontato che ad un certo punto ha anche aiutato i medici a portare i bambini nel bunker e per questo ha ricevuto diversi attacchi da chi pensa che un giornalista non debba farsi coinvolgere mai: “penso che ci sia un momento in cui prima di essere medico, insegnante, giornalista si è uomini e di fronte alla gente che soffre che ti importa di fare il giornalista distaccato c’è da essere uomini e aiuti”- ha affermato.
O ancora l’incontro, sempre in quell’ospedale, con un bambino ammalato che si mette a giocare con lui, la troupe e anche i responsabili sanitari, a calcio, con una palla di pezza, urlando Cristiano Ronaldo. E facendo “fermare” per dieci minuti la guerra. Il suo servizio andato in onda sul tg ha smosso le coscienze, il bambino è stato portato in Italia, all’ ospedale Meyer” di Firenze per essere curato ed è ospite di una parrocchia, per lui si sono mossi anche degli alunni di una scuola di Adrano, paese del catanese da dove il giornalista proviene, e gli hanno regalato maglie e palloni.
La mattina è stata arricchita anche da immagini e filmati, più che mai necessari oggi per documentare quanto accade, “anche se c’è sempre chi ti dice ma tanto non è vero. Sono quelli che dietro le tastiere si mettono a guardare video e trovare qualcosa che non va e, anche se non escono di casa neanche per andare in latteria, ti devono spiegare come vanno le cose”– ha aggiunto il giornalista toccando anche il tema delle fake news, dell’uso corretto e consapevole delle parole in generale e nei social media in particolare con un linguaggio semplice, ma che è arrivato al cuore degli alunni.
L’attività si inserisce nel progetto “Orientamento” del Corbino che “mira ad aiutare gli alunni non solo a prendere coscienza delle proprie capacità e delle proprie attitudini, ma anche a fornire loro le necessarie informazioni sulle opportunità formative e professionali del territorio”- ha fatto sapere la scuola.
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