“Dopo mesi di trattative serrate, che hanno visto anche qualche momento di tensione tra la parte sindacale e la parte pubblica, il buon senso è prevalso, riportando gli attori di questa trattativa nella corretta applicazione di quelle che sono le norme democratiche ed ormai consolidate che delimitano le funzioni delle organizzazioni sindacali e della parte pubblica”.
Così i sindacalisti della Cgil, Cisl, Uil e Uspp rendono noto che ieri, alla casa di reclusione di Augusta, è stato firmato il “Pil”, protocollo di intesa locale, con validità di quattro anni, in linea con il “Pir”, protocollo di intesa regionale da parte dei quattro rappresentanti sindacali, Fabio D’Amico (Fns- Cisl), Giuseppe Argentino Carmelo Gurreri (Cgil), Antonino Butera (Uil Papp), Salvatore Argento (Uspp), e la direttrice del carcere Angela Lantieri, la vice Francesca Fioria e il comandante di reparto Dario Pietro Maugeri per la parte pubblica. A non aver firmato, invece, le organizzazioni sindacali Sappe e Sinappe, “il Pil sarà applicato nella sua interezza, superando, di fatto, anche quei punti che in passato aveva creato tensione tra le parti”- scrivono in una nota i sindacati che sottolineano che si tratta di “un accordo così articolato (12 articoli e 12 pagine) e complesso, in cui sono scritte nel dettaglio le regole applicative dell’organizzazione del lavoro del personale di Polizia penitenziaria in servizio alla casa di reclusione di Augusta, cercando di creare quelle condizioni, di pari opportunità, di certezze nei diritti del personale, che ricordiamo, non sono solo unità operative all’interno dell’istituto penitenziario, ma persone che hanno dei diritti e che vanno ascoltate da parte del comandante e del direttore. Affinché le regole organizzative dettate nel Pil abbiano una seria applicabilità – si legge ancora – è giusto che ognuno faccia la propria parte con senso di responsabilità. Non dimentichiamo inoltre che l’istituto penitenziario non è un ufficio nella quale se manca l’addetto al servizio, “si chiude bottega”, ma l’istituto penitenziario è un sistema attivo ed operativo 24 h”.
I sindacati ribadiscono infine che, “il numero delle unità attualmente presenti non è adeguato alle esigenze dell’istituto megarese, di fatto mancano almeno 70 unità di Polizia penitenziaria, ma ciò̀ non toglie che si possano creare quelle condizioni di certezza nell’ organizzazione del lavoro e nei diritti del personale e che come organizzazione sindacale ci crediamo, e fino alla fine non mancheremo di osservare, seguire e porre attenzione affinché ognuno, e soprattutto chi è demandato alla corretta applicazione del servizio, faccia la sua parte al meglio delle possibilità”.
Il Pil sottoscritto, quantanche non firmato da due sigle (Sappe e Sinappe) su sette aventi titolo, “rispetta gli elementi di fatto e di diritto. Abbiamo chiesto alla parte pubblica l’immediata applicazione delle regole stabilite auspicando che le stesse siano applicate conformemente agli accordi sottoscritti. Con la parte pubblica – proseguono i quattro firmatari– abbiamo anche concordato di rivisitare l’accordo qualora insorgessero variazioni organizzative tali da rendere inapplicabile qualche articolo dell’accordo medesimo, ai sensi dell’Accordo quadro nazionale art. 3 comma 12, si potranno riunire per discuterne eventuali modifiche od aggiustamenti. Punto dolente la gravissima carenza di organico, (circa 70 unità mancati) che si fa sentire a livello di stress legati ai carichi di lavoro. Non dimentichiamo che allo stato nel penitenziario di Augusta sono ristretti circa 560 detenuti, di cui parecchi con problemi psichiatrici, ed il personale di Polizia penitenziaria non ha la formazione sufficiente per gestire tali detenuti problematici”.
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