Condotta antisindacale nei confronti di Sebastiano Bongiovanni, agente di Polizia penitenziaria all’epoca in servizio alla casa di reclusione di Augusta. Per questo il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e la direzione del carcere megarese sono stati condannati per la seconda volta dal Tribunale di Siracusa, come fanno sapere i sindacati Sippe e Sinappe che, assistiti dall’avvocato Maurizio Papa del foro di Siracusa, avevano fatto ricorso alla magistratura dopo che a Bongiovanni era stata comminata la sanzione disciplinare della deplorazione per denunciato nella qualità di sindacalista del Sippe con un comunicato stampa “il clima preoccupante nella casa di reclusione di Augusta in cui sono costretti a lavorare i sindacalisti”.
Il giudice nell’agosto 2023 aveva accolto il ricorso dei sindacati ordinando all’amministrazione la cessazione del comportamento illegittimo, l’immediata disapplicazione del provvedimento disciplinare, con conseguente condanna dell’amministrazione a pagare 1.500 euro per compensi professionali, oltre, oltre accessori di legge.
“Come se non bastasse – spiega il presidente del Sippe Alessandro De Pasquale – l’amministrazione penitenziaria, evidentemente convinta della bontà delle sue azioni, decide di opporsi al decreto del giudice della fase sommaria ma viene ancora condannata dal Tribunale di Siracusa, sezione Lavoro, giudice Luca Gurrieri, ad ulteriori spese di lite, che liquida nella complessiva somma di 2.000 euro per compensi, oltre Iva, Cpa e spese generali al 15 %. Il Tribunale rigetta infatti il ricorso dell’amministrazione e conferma integralmente la decisione del primo giudice, Favale.”
Secondo il segretario generale del Sinappe Roberto Santini si tratta di una sentenza “storica contro un provvedimento disciplinare utilizzato dall’amministrazione per impedire o limitare l’esercizio della libertà e dell’attività sindacale, tutelata dalla nostra Carta costituzionale. Il Tribunale di Siracusa nella sentenza afferma che il dirigente sindacale Sebastiano Bongiovanni, nella pubblicazione del comunicato stampa e dei post ha espresso – quale rappresentante sindacale e non come semplice lavoratore – la propria posizione critica nei confronti del datore di lavoro nel pieno esercizio della libertà e dell’attività sindacale, senza che possa ravvisarsi una pubblica campagna denigratoria lesiva del prestigio del datore di lavoro”.
“In questi ultimi anni – afferma Sebastiano Bongiovanni – sono stato incredibilmente e artatamente colpito nella mia posizione più debole (quella di lavoratore dipendente) con lo scopo da parte dell’amministrazione di sfibrare la mia posizione più forte (quella di dirigente sindacale). Oggi posso dire che giustizia è fatta, ma ho già dato mandato ai miei legali per valutare ogni azione a tutela della mia persona in quanto – aggiunge- comportamenti vessatori subiti in questi anni, nonché le flessioni in negativo delle note caratteristiche professionali, hanno arrecato un danno alla mia progressione in carriera, oltre ai danni subiti alla mia salute”.
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