La festa della Liberazione è stata celebrata oggi ad Augusta, che ricorderà con l’intitolazione di un luogo Giuseppe Motta, augustano illustre che ha pagato con il carcere la lotta al fascismo, primo sindaco di Augusta dopo la seconda guerra mondiale. La breve cerimonia è stata organizzata dal Comune e dalla Cgil-Camera del lavoro, dall’ associazione nazionale partigiani d’Italia e all’ Auser e ha previsto la deposizione di una corona di alloro al Monumento dei caduti di piazza Castello da parte degli assessori Pino Carrabino, Pippo Spanò, Salvo Serra e Domenico Zanti. Carrabino ha ricordato che “oggi celebriamo l’ottantesimo anniversario della nascita dell’unità, della coesione, sentimenti che hanno consentito al nostro paese di superare con la liberazione una pagina buia della nostra storia. Celebrare la liberazione per ciascuno di noi deve rappresentare una memoria consapevole che guarda al futuro, deve essere motivo di unità della nostra comunità, nel ricordo e nella memoria, nel sacrificio di quanti hanno donato la propria vita per la libertà e la democrazia. Parlare di liberazione ai nostri giorni significa ricordare anche quelle splendide figure dei nostri concittadini che hanno lottato per la libertà”. Ha poi accolto la proposta rilanciata da Mantinei di ricordare degnamente Motta sostenendo che ha già preso contatti con la famiglia.
Il neo arciprete don Alfio Scapellato ha auspicato che si possa “essere liberati dall’egoismo del nostro cuore, che il mondo possa essere liberato da ogni guerra in ogni parte” e ha citato papa Francesco che diceva: “non lasciatevi rubare la libertà”.
“Il 25 aprile nell’ottantesimo anniversario della liberazione è uno strumento per difendere la Costituzione e liberare i diritti, non è solo una ricorrenza, è una chiamata, una memoria viva che ci interroga sul presente e ci orienta verso il futuro. – ha sottolineato Lorena Crisci, segretario della Cgil-Camera del lavoro- Ma fare memoria non basta, occorre essere fedeli ogni giorno e in ogni luogo perché la democrazia che abbiamo ereditato con sacrificio non è garantita per sempre”. Per Crisci coloro che hanno sacrificato la loro vita per la libertà, hanno lasciato un’eredità che ci ricorda l’importanza di difendere i diritti umani e di opporsi alle ingiustizie.
“Le guerre in corso in diverse parti del mondo continuano a generare sofferenze e distruzione le immagini di famiglie sfollate a Gaza e in altri luoghi e di bambini in difficoltà e comunità distrutte ci devono spingere a riflettere sull’importanza della pace e della diplomazia. E allora ricordare le atrocità del passato come le guerre mondiali o il conflitti locale – ha aggiunto– aiuta la società a comprendere i costi umani e sociali della guerra. Questa consapevolezza può alimentare il desiderio collettivo di evitare conflitti futuri, promuovendo una cultura della pace e al contrario di molti che vedono il 25 aprile come un’occasione per fare grigliate, festeggiare la libertà e questa è la famosa sobrietà a cui fanno riferimento, per noi invece è un giorno per ricordare i morti, quale sobrietà, noi ricordiamo i ragazzi, le donne che hanno dato la loro vita per libera la nazione dal nazifascismo”.
Piero Mantinei dell’Anpi ha sottolineato come oggi la festa della liberazione sia un po’ annacquata con i nostri comportamenti e si pensa più a fare grigliate che a ricordare il suo vero significa. Ci sono giovani, non solo ventenni, ma anche trentenni e quarantenni che non conoscono cosa sia stata la resistenza, pertanto diventa sempre necessario “ridare valore a questa giornata che deve diventare un momento di mobilitazione e partecipazione perché in Italia e nel mondo stiamo vivendo una crisi di democrazia che si sta erodendo piano piano e andiamo verso una forma che non dico di fascismo ma quasi. Non possiamo fermarci qua a onorare le bandire e andare a casa, dobbiamo tornare nei nostri ambiti e trasmettere questo ragionamento e su dove andiamo a sbattere se continuano ad essere cosi indifferenti. La Resistenza non è di sinistra, è di tutti”.
Per Enza D’Antoni, presidente dell’Auser “la giornata di oggi non è solo della Cgil, dell’amministrazione o dell’Auser ma deve essere la giornata di memoria per tutta la città tutti dovrebbero a partecipare a questa ricorrenza. Perché è la memoria che ci porta a riflettere e a trasmettere questi valori che ci hanno trasmesso i nostri padri e nonni. L’invito che facciamo a tutte le realtà associative è di riflettere sui queste giornate che siano portatori di valori come è stata la Resistenza”.
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