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Augusta, abbattimento alberi di piazza Mattarella: altro esposto in Procura

L’esponente dell’opposizione allora chiede, anche attraverso l’esposto, di sapere che fine hanno fatto gli alberi abbattuti, dove sono stati messi a dimora in attesa di essere eventualmente collocati in altra area, come sono stati sradicati e quale destino finale avranno

Finisce di nuovo sul tavolo della Procura la vicenda dell’abbattimento degli alberi di piazza Mattarella e aree limitrofe previsto dal progetto di riqualificazione urbana della zona in corso di esecuzione con i fondi del Pnrr. Dopo il primo esposto presentato ad aprile, subito dopo il taglio dei primi ficus, dal coordinamento Punta Izzo Possibile e dall’associazione Piano Terra, ieri ne è arrivato un altro firmato dal consigliere di opposizione Milena Contento e formalizzato davanti ai Carabinieri dopo che la ditta ha provveduto ad eliminare gli altri 17 ficus che erano rimasti nella piazza della Borgata dopo la sospensione cautelativa del Comune.

Questi ultimi si aggiungono agli altri sradicati in questi mesi anche davanti all’ istituto Arangio Ruiz e nell’area limitrofa interessata dai lavori, per un totale di 60 alberi eliminati, che verranno sostituti nei prossimi mesi con altri che saranno ripiantati, come prevede il progetto.

“Oggi è stato completato questo disegno scellerato – sottolinea Contento -. Con tale azione si sta cercando di spacciare un presunto intervento di riqualificazione urbana con un atto criminoso nei confronti del patrimonio arboreo della città e con la totale cementificazione del territorio senza che il progetto fosse  provvisto di una relazione agronomica, che è stata prodotta dalla ditta aggiudicataria  dei lavori solo dopo che  la sottoscritta  ne ha fatto richiesta. E, quindi, a posteriori rispetto alla normale procedura di predisposizione di un progetto della pubblica amministrazione”.

L’esponente dell’opposizione allora chiede, anche attraverso l’esposto, di sapere che fine hanno fatto gli alberi abbattuti, dove sono stati messi a dimora in attesa di essere eventualmente collocati in altra area, come sono stati sradicati e quale destino finale avranno.

“Tale azione, in barba alle indagini che la Procura della Repubblica ha attualmente in corso, denota non solo totale e irresponsabile disprezzo per la sostenibilità e tutela ambientale, ma anche la mancanza di rispetto verso la magistratura” – conclude Contento.


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