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Augusta, gru “milionarie” mai utilizzate al porto: saranno riparate. E intanto arrivano i containers

Non sono mai state utilizzate perchè danneggiate in fase di collaudo, se non funzioneranno si rischia di perdere i soldi comunitari per l’adeguamento della banchina container dove ieri è approdata la nave  “Michigan"

Sarano riparate le due grosse gru blu che da anni si trovano, -mai utilizzate perchè danneggiate ancor prima di essere messe in funzione- al porto commerciale all’interno della banchina che sta ospitando i container arrivati da Catania.  E alla fine dell’operazione il loro costo – tra primo acquisto e riparazione- sarà lievitato a 24 milioni di euro. Tramonta così la possibilità, vagliata dall’Autorità portuale un paio di anni fa, di smontare e mettere da parte le due mega attrezzature a portale e quello che da subito è apparso come un “pasticcio”  tutto interno all’Autorità portuale si complica ulteriormente.

Non ne fa mistero lo stesso presidente dell’ Adsp Francesco Di Sarcina che, durante l’ intervista dei giorni scorsi ai microfoni di Siracusanews, ha ammesso che “le gru sono il problema più complesso che io abbia mai affrontato da quando lavoro”. Intanto perché  normalmente le gru non si costruiscono, come è invece avvenuto negli anni scorsi con l’ex Autorità portuale di Augusta  “ma si comprano costruite, quindi già sta roba è un po’ anomala. Non solo, ma l’altra anomalia –ha ammesso- è che normalmente le autorità portuali per legge non possono gestire e comprare apparati mobili come le gru e qui sono stati comprati apparati mobili”.

Ad un certo punto si arriva alla fase di collaudo ma qualcosa va storto – le indagini penali, amministrative  civili sono ancora in corso a  distanza di anni-  e le due gru “si rompono, si plasticizzano, quindi praticamente non possono essere neanche completate. Chi ha gestito l’ente poco prima che arrivo io decide, saggiamente, sulla base di una sorta di perizia che era stata fatta dal tribunale che attestava la loro inutilizzabilità, di fare un appalto per la demolizione delle gru”.  Arrivano le offerte, ma il bando non viene aggiudicato perché, nel frattempo, si attendeva la perizia definitiva del perito che è arrivata qualche tempo fa. E che sostiene, al contrario,  che le gru sono riparabili.

A questo punto io non le posso demolire e si complica la situazione. Perché le devo riparare, ma chi me le ripara? – ha proseguito Di Sarcina- Perché l’appalto è sospeso e non completato, si rischia di perdere i finanziamenti comunitari che dovevano essere assicurati entro la fine del 2021 e che abbiamo salvati per il rotto della cuffia, sennò dovevamo pure restituire soldi”. Così l’Adsp si sta muovendo in questa direzione  e sta facendo una gara  estesa a soggetti che hanno questa certificazione: “sono credo otto in Italia. E neanche tutti si occupano di gru perché sono impianti a fune, magari fanno le funivie sulle Dolomiti e hanno la stessa certificazione di quella. Stiamo provando a fare una gara attraverso la quale aggiudicare il completamento, la riparazione e la certificazione previo smontaggio, collocazione fuori dal porto perché nel frattempo quei bracci mi impediscono di far ormeggiare le navi e poi riormeggio dopo. Questa operazione -ha detto-  costa circa 12 milioni di euro, ma è il minore dei danni tra tutti quelli che abbiamo esaminato con analisi costi-benefici”.

Non  far funzionare le gru significherebbe sprecare i milioni già spesi e perdere i soldi comunitari per l’adeguamento della banchina container: “perché il progetto è unico, per cui o fai banchina e gru oppure se fai solo la banchina e non le gru ti tolgono anche i soldi della banchina”.   Le due attrezzature servono, infatti, a fare le operazione per i container,  che non sono mai visti ad Augusta, prima di qualche  giorno fa quando  da Catania è cominciata la “migrazione” verso lo scalo megarese per trasferirvisi definitivamente, concretizzata ieri anche dall’arrivo in porto della nave “Michigan container ship” e cosi come deciso  dall’Adsp che ha avviato la riorganizzazione dei due porti: “abbiamo fatto tutte le nuove concessioni per rilasciare i titoli autorizzativi all’operatore di Catania su Augusta e  dal primo aprile di quest’anno non può più operare a Catania. Quindi tutti i container di Catania saranno trasferiti ad Augusta dove abbiamo 90 mila metri quadrati di spazi, fondali di 13 metri almeno e possibilità di crescita. Perché entro la fine del 2025 inaugureremo il terminal che sono altri 120 mila metri quadrati. Arriverà il treno, i fondali sono alti, le manovre sono sicure. Le prospettive, quindi, non sono di trasferire i contenitori ma – ha concluso- di farli crescere esponenzialmente”.

 


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