Il libro e la lettura dentro la casa di reclusione di Augusta diventano strumenti pedagogici, non solo di rieducazione e cultura, ma anche e soprattutto un mezzo di “evasione” per i detenuti, che possono riappropriasi, insieme ai loro figli, della “genitorialità negata” esprimendo al contempo quelle emozioni filiali che in condizioni particolari come la detenzione si tende, spesso, a sacrificare.
Questo contenuto è riservato agli abbonati premium
Accesso a tutti i contenuti del sito
DISDICI QUANDO VUOI
Il servizio premium sarà presto disponibile.
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni