Lo scopo dichiarato è stato quello di scrivere ciò che gli altri e la storiografia ufficiale non hanno scritto sulle responsabilità degli angloamericani, chiamati liberatori, che da giugno 1940 a settembre 1943, con i loro bombardamenti sull’Isola, Augusta compresa, causarono 10 mila morti tra i civili in Sicilia. Cosi l’altro ieri sera il ministro della Protezione civile Nello Musumeci è arrivato ad Augusta, tappa “tanto cara” nel suo ultracinquantennale impegno politico e a cui ha dichiarato di essere legato “da antichi vincoli di sodalizio ideale ed amicizia” per presentare la “La Sicilia bombardata. La popolazione dell’isola nella Seconda guerra mondiale (1940-1943)” libro scritto, non tanto come ministro ma come giornalista saggista, già qualche anno fa e conservato in un cassetto, in attesa del momento migliore per la pubblicazione che si è presentato nella ricorrenza degli ottant’anni dallo sbarco in Sicilia (1943-2023).
“Io non sono uno storico, ma un appassionato di storia e la mia passione mi ha portato a questa fatica”– ha premesso chiedendosi perché se si conosce tutto, com’è giusto che sia, delle stragi dei tedeschi, perché non si sa nulla delle stragi degli americani e degli inglesi o dei britannici? “Questa è la domanda che mi sono posto quando papà e mamma, sfuggiti alle bombe, mamma aveva 18 anni, papà un po’ di più ed era in guerra all’aeroporto di Palermo e poi di Catania ricordavano quanto fosse accaduto. – ha proseguito- Apprendevo dai loro ricordi i momenti difficili di quei tre anni (dal 1940 al 1943). Non se n’è voluto parlare perché il politicamente corretto imponeva di non alterare i rapporti di vicinanza fra l’Italia da una parte, la Gran Bretagna dall’altra e gli Stati Uniti dall’altra. Io sono convinto e mi auguro lo siate anche voi che quando si esaminano le vicende legate ad un conflitto, ai ragazzi bisogna dire tutta la verità e in questo libro chiamo gli angloamericani invasori perché il libro si ferma al 7 settembre, alla vigilia dell’armistizio. Fino a quel giorno i britannici e gli americani erano invasori, nemici”.
Quando cioè l’isola è diventata “il laboratorio per gli angloamericani che hanno utilizzato la Sicilia per sperimentare la strategia dei bombardamenti e la portata di alcune bombe perché, – ha affermato- dopo un mese a settembre quella strategia e quelle bombe l’hanno applicate in Germania distruggendo quella nazione”, sottolineando che diecimila morti tra i civili, che erano fruttivendoli, carrettieri, pescatori, madri di famiglia, bambini, vecchi, infermieri medici, che nessun ‘altra regione ha avuto uccisi dalle bombe angloamericane sono tanti.
Il messaggio finale del libro è allora quello di papa Paolo VI e Giovanni XXII e cioè che tutte le guerre “sono sempre da evitare. Oggi ci rendiamo conto come oggi nel 2023 una parte importante del mondo sia in guerra e a pagare sono sempre i civili”. Come sta succedendo in Ucraina e in Medio oriente.
Alla presentazione del libro, moderata dalla giornalista Laura Valvo hanno preso parte con saluti e interventi il sindaco, Giuseppe Di Mare, l’assessore alla Cultura Giuseppe Carrabino, Alberto Moscuzza, presidente di Lamba doria che ha promosso l’iniziativa insieme al Comune e Francesco Paci, referente di Augusta dell’associazione, Luigi Amato, docente di Estetica e Antonello Forestiere, direttore del Museo della Piazzaforte. La manifestazione è stata inserita nel cartellone degli eventi natalizi.
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