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Augusta, lavori di demolizione della ex piscina: eppur qualcosa si muove

Dopo mesi di stop nei giorni scorsi sono comparsi alcuni operai che hanno effettuato degli scavi di archeologia preventiva di cui si attende il rilascio dell’autorizzazione per il prosieguo dei lavori

Eppur si muove qualcosa alla ex piscina comunale “Gigi Turchio”. Dopo mesi di stop, nei giorni scorsi, sono comparsi alcuni operai  che, con un escavatore, hanno effettuato degli scavi nel cortile antistante l’ingresso di quello che un tempo era un impianto sportivo degno di tale nome. Si tratta di interventi di archeologia preventiva finalizzati alla verifica preventiva dell’interesse archeologico del manufatto previsti per legge e necessari per il prosieguo dei lavori, che dovranno portare al rilascio dell’autorizzazione  da parte della Sovrintendenza.

Il cantiere è stato aperto solo per un giorno, per il tempo necessario ad effettuare l’intervento, era presente anche  il titolare dell’impresa che si è aggiudicato l’appalto per la demolizione della struttura, che stava effettuando delle misurazioni e ha assicurato che sono pronti a ripartire con i lavori non appena sarà arrivata l’autorizzazione  archeologica per la quale sarebbero previsti tempi brevi. Sono, infatti, già trascorse alcune settimane da che si sono conclusi i lavori relativi al passaggio e collegamento dei cavi elettrici fino alla cabina di trasformazione dell’Enel,  che avevano stoppato  i lavori di demolizione partiti maggio dello scorso anno e che si sono poi cosi fermati per parecchi mesi. La cabina elettrica,  dopo la prima collocazione   all’inizio dei Giardini pubblici, dopo tante polemiche e diversi mesi di attesa, già a gennaio di quest’anno era stata  spostata accanto al vecchio pozzo.

Una volta ripartiti i lavori dovrebbero terminare in sette mesi: al posto della vecchia piscina verrà realizzato un belvedere con  spazi aperti, piazzole e aree a verde. L’appalto inoltre prevede  anche l’allargamento a 9 metri e 25 del tratto stradale attiguo alla piscina che collega l’Isola al viadotto Federico II che, con la sua strettoia pure  in curva, è piuttosto pericolosa e già in passato è stato teatro di incidenti anche mortali.


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