È stata depositata al presidente del Consiglio comunale dal consigliere di opposizione Roberta Suppo e sarà discussa alla prossima seduta di giovedì pomeriggio, alle 18, la mozione, che impegna l’amministrazione comunale ad annullare, in autotutela, i provvedimenti relativi a piani di lottizzazioni approvati dalla giunta e altre autorizzazioni urbanistiche al centro della richiesta ispettiva che Legambiente e Natura Sicula hanno presentato alla Regione, sollevando dubbi e perplessità sulla legittimità degli atti. Si è concluso cosi il Consiglio monotematico convocato su richiesta di 4 consiglieri di opposizione, Giancarlo Triberio, Milena Contento, Roberta Suppo e Uccio Blanco, e iniziato con le dichiarazioni di una di Contento che ha contestato la decisione “arbitraria” del presidente del consiglio Marco Stella di aver accolto solo parzialmente la richiesta presentata da un quinto dei consiglieri non invitando le associazioni di “Salvare Augusta” e i cittadini che volessero partecipare così come era stato richiesto. Accusa rispedita la mittente da Stella si è detto sicuro di aver adempiuto in maniera corretta al suo compito proprio in virtù della discrezionalità che ha il presidente di decidere e anche perché non è regolamentato l’apertura del consiglio, supportato in questo da segretario Sebastiano Marano
Nelle tre ore di seduta si è, dunque, assistito ad un dibattito, a tratti anche vivace, con i quattro firmatari della richiesta che hanno ribadito la loro posizione già espressa più volte, critica ai piani di lottizzazione e, in generale, alla “politica” urbanistica dell’attuale amministrazione che “sta distruggendo Brucoli” quando la legge 20 dice che bisogna preservare il territorio da attacchi irreversibili. E mentre l’obiettivo è, invece, quella di portare a valore zero il consumo di suolo nella Regione, con l’approvazione dei piani di lottizzazione Augusta avrà il “primato” di primo comune siciliano per consumo di suolo pubblico, per questo hanno chiesto “che la programmazione del territorio deve passare dal coniglio comunale e già il fatto che in questi piani sono implicate le zone F queste devono passare dal Consiglio”– hanno sottolineato.
Dall’altra parte il sindaco Giuseppe Di Mare che per la prima volta ha spiegato la sua posizione, dichiarando di fidarsi dei tecnici e ricordando che dal 2020 sono di competenza della giunta comunale le approvazioni degli interventi urbanistici conformi al prg, oggi Piano urbanistico generale: “gli strumenti in questione approvati dalla giunta non hanno modifiche al piano urbanistico generale e sono dotati di tutti i pareri e, quindi, la Giunta li deve approvare” – ha aggiunto, del “Megara village” ha ricordato la sentenza del Cga che dà ragione agli imprenditori e dice che “non è che si può fermare il mercato se il Comune è inadempiente o inerte, questo come gli altri progetti sono tutti supportati da sentenze della magistratura”.
Sull’assenza di strumenti regolatori ha detto che l’amministrazione ha dato mandato “di fare il Puc (piano urbanistico comunale) che nessuno prima ha fatto, sul Pug (piano urbanistico generale) c’è un atto di indirizzo, è un lavoro complicatissimo anche se dobbiamo fare di più. Abbiamo avuto 45 mila euro per fare il Pug che forse bastano solo a comprare le carte, non un euro per gli altri strumenti, abbiamo fatto votare il Pudm al consiglio e abbiamo votato il Peba in Giunta e prossimamente verrà portato in Consiglio. Mi ricordo che – ha aggiunto- nel 1996 si trovò una copertura un milione e mezzo di vecchie lire, circa 700 mila euro per il Prg e la situazione che abbiamo trovato è quella che è, poi ci sono stati altri affidamenti per 450 mila euro”.
Poi ha ricordato che uno dei firmatari della richiesta di consiglio, Pippo Gulino, nel 1996 da sindaco fece una conferenza stampa in pompa magna al Palajonio dicendo che “avevano risolto il problema del prg ad Augusta. Ad oggi non ci sono tracce di nessuno strumento urbanistico quando divento sindaco nel 2020”, e “non c’è nessun stanza chiusa dove si decidono le cose. Non abbiamo alcuna remora a portare qualcun atto in consiglio ma se gli uffici dicono che vanno approvati dalla giunta noi li approviamo, se gli uffici hanno fatto degli errori si assumano le responsabilità”.
Poi il responsabile dell’ufficio Urbanistica Massimo Sulano ha risposto alle domande più tecniche, a partire da quella del consigliere Suppo sul motivo per il quale non sia passato dal Consiglio comunale il progetto per il supermercato davanti al cimitero considerato che c’è una particella che si trova in zona F: “la zona F citata non è soggetta ad alcuna attività edificatoria e pertanto destinata a verde privato, non vi è alcuna variante all’interno della zona F”- ha detto ricordando che “la Giunta non può effettuare valutazioni, per ragioni ambientali e paesaggistiche, che contrastino con quelle già formalizzate dal Prg che ha previsto edificabilità sul piano urbanistico. Non può essere respinto un piano di lottizzazione conforme al prg”.
Sulla fascia di rispetto cimiteriale che secondo gli ambientalisti sarebbe stata violata, per Sulano “l’intervento della Lidl oltre alla struttura commerciale prevede anche opere di urbanizzazione a carattere collettivo e di interesse pubblico, un’area di interesse collettivo di 8800 metri quadrati con parcheggio a verde, area per sport e sgambatura animali e nuova viabilità. Sono opere che doveva realizzare l’amministrazione, sono inserite nella fascia di rispetto cimiteriale e non arrecano alcun danno al decoro e tranquillità del cimitero, non creano problemi di ordine sanitario. Non serve il passaggio al consiglio se l’intervento viene ceduto alla pubblica amministrazione”. Dalla maggioranza hanno preso la parola i consiglieri Manuel Mangano, Marco Niciforo e Biagio Tribulato, che hanno ribadito la legittimità dell’azione dell’amministrazione.
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni