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Augusta, pianta organica e conflitto di interessi nell’Adsp: Tar accoglie ricorso. E il Codacons annuncia esposto

A presentarlo un candidato arrivato primo in un concorso, poi revocato, per autista che ha sollevato la questione del conflitto di interessi interno al comitato di gestione

Un esposto all’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) e alla Corte dei Conti per chiedere un’ indagine approfondita sull’operato del Comitato di gestione dell’Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia orientale e per accertare eventuali violazioni delle normative anticorruzione. E’ quanto annuncia il Codacons  a seguito della sentenza del Tribunale amministrativo regionale  del 14 novembre scorso che ha accolto il ricorso  di un candidato ad un concorso  risultato primo classificato in graduatoria  per una posizione di V livello,  che ha contestato all’Ente la cancellazione di due posizioni di V livello all’interno della pianta organica che è stata rimodulata e approvata con  delibera del Comitato di gestione  del 26 febbraio 2024, poi ratificata dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti,  a cui è seguito il decreto del 29 marzo 2024 con cui il presidente dell’Autorità ha revocato la prevista l’assunzione con contratto a tempo indeterminato di un impiegato di V livello come autista.

Il ricorrente ha mosso una serie di censure nei confronti dell’operato dell’Adsp, analizzate dai  giudici etnei per i quali, tra gli altri motivi,  “appaiono indecifrabili le sopravvenute circostanze obiettive che possano aver giustificato la revoca della procedura”, ma ha anche sollevato la questione del conflitto di interessi interno al comitato di gestione. Di questo organismo dell’Adsp fanno parte, com’è noto, i due augustani  Roberto Meloni e Dario Niciforo  che hanno partecipato all’approvazione della rimodulazione della pianta organica e sono parenti entro il quarto grado (rispettivamente padre e cognato) di due dipendenti dell’Autorità stessa.  “La materia trattata coinvolgeva l’interesse di ogni dipendente dell’Autorità, sicché la presenza degli ingegneri Meloni e Niciforo determina l’illegittimità del provvedimento di approvazione della pianta organica e da ciò discende l’illegittimità in via derivata del provvedimento di revoca della procedura concorsuale”- è la contestazione del ricorrente, che ha fatto breccia nei giudici del tribunale amministrativo.

Secondo il regolamento dell’ Adsp “i componenti del Comitato, nel caso di conflitto di interessi occasionale, anche solo potenziale, hanno l’obbligo di segnalare la situazione di conflitto e di astenersi, ai sensi dell’articolo 6-bis della legge 241/1990”; inoltre l’articolo 7 del Dpr 62/2013 (Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici a norma dell’art. 45 del decreto legislativo 165/2001) dispone,  che  “il dipendente si astiene dal partecipare all’adozione di decisioni o ad attività che possano coinvolgere interessi propri, ovvero di suoi parenti, affini entro il secondo grado, del coniuge o di conviventi, oppure di persone con le quali abbia rapporti di frequentazione abituale”.Pertanto, nel caso in esame  l’ingegnere Roberto Meloni e l’ingegnere Dario Niciforo avevano l’obbligo di astenersi” – si legge nella sentenza  che ha così annullato, ritenendola illegittima, la delibera del 26 febbraio 2024 nella parte in cui ha disposto la cancellazione di due posizioni di V livello, della nota ministeriale del 15 marzo 2024, nella parte in cui ha approvato la cancellazione di due posizioni di V livello e del decreto del 29 marzo 2024 del Presidente dell’Adsp condannato l’ Ente alla rifusione delle spese di giudizio, liquidate in complessivi 2.000 euro oltre accessori di legge se dovuti.

“Se quanto stabilito dal Tar fosse confermato, tali comportamenti costituirebbero una grave violazione delle norme sulla trasparenza e l’imparzialità nella pubblica amministrazione”– scrive in una nota l’avvocato Bruno Messina, vice presidente regionale Codacons che presenterà anche un esposto alla Corte dei Conti per verificare se “le irregolarità amministrative abbiano causato un danno erariale e, in caso positivo, per avviare le necessarie azioni di recupero delle somme indebitamente spese”. Il Codacons, invita, inoltre i membri del Comitato di gestione a rassegnare le dimissioni qualora risultassero effettivamente in conflitto di interessi per la presenza di familiari dipendenti della stessa Autorità e sollecita il ministero dei Trasporti e le istituzioni locali a esercitare una vigilanza più rigorosa sulla gestione dell’Autorità portuale, “al fine di prevenire future situazioni di mala amministrazione. Il Codacons si impegna a monitorare attentamente gli sviluppi di questa vicenda, ribadendo che il rispetto delle regole rappresenta un pilastro fondamentale per garantire la fiducia dei cittadini nelle istituzioni pubbliche” – conclude Messina.

 


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