Avviata anche ad Augusta la raccolta di firme referendaria promossa dalla Cgil nazionale sulla tutela del lavoro dignitoso e retribuito. Ieri pomeriggio, nella sede della Caritas di via Frixa, si è svolta l’assemblea unitaria di Cgil e Spi alla presenza dei segretari generali della Cgil Roberto Alosi, e dello Spi Mimmo Bellinvia, della Camera del lavoro di Augusta Lorena Crisci, di Yvonne Motta, componente della segreteria provinciale della Cgil, di Enzo Vaccaro segreteria provinciale dello Spi e di Luigi Rapina, che guida lo Spi megarese.
Durante l’incontro quale sono stati illustrati i quattro quesiti che il sindacato nazionale intende proporre ai cittadini con l’obiettivo di smontare alcune leggi “che hanno portato ad un lavoro fatto di precarietà e privo di sicurezza. Serviranno 500.000 firme per cambiare le norme che – ha detto Crisci- hanno impoverito il lavoro a tal punto da rendere il lavoratore più vulnerabile. Il primo mira a cancellare il decreto legge 23 del 2015 chiamato Job Act, contratto a tutele crescenti che ha reso l’articolo 18 inapplicabile e ha precarizzato il lavoro e tolto tutele. Il secondo mira a cancellare la norma che mette un limite all’indennizzo in caso di licenziamento senza giusta causa in imprese con meno di 15 dipendenti, il terzo vuole intervenire sulle norme che hanno liberalizzato il contratto a termine di cui le aziende fanno uso indiscriminato”.
La segretaria della locale Camera del lavoro ha ricordato che sono oltre 3 milioni in Italia gli occupati con contratto a termine in tutti i settori, “questo liberismo ha portato più profitti e meno tutele sul lavoro, più sfruttamento e meno controlli. Il quarto referendum, infine, parla di sicurezza e di appalti. Con il giochino dei subappalti infiniti in caso di infortunio mortale e non, o di malattia professionale dei lavoratori, i committenti non sono responsabili e con le esternalizzazioni le imprese abbattendo i costi risparmiano in sicurezza”- ha proseguito sottolineando che le morti sul lavoro ormai non si contano più giornalmente e sta entrando a far parte della nostra vita la notizia che un lavoratore o più lavoratori sono deceduti mentre lavoravano. “E tutto questo non è più accettabile perché si va a lavorare per vivere non per morire, siamo percorrendo quasi tutta la tavolozza dei colori per definirle morti grigie molti bianchi, ma queste sono molti vere”– ha concluso osservando un minuto di silenzio per i morti sul lavoro che da gennaio ad oggi sono già oltre 200.
“Questo Governo ha immaginato che – ha affermato Alosi- nel nostro paese lasciare libero il mondo del mercato privato di poter scegliere quando assumere, quando licenziare, togliere qualsiasi diritto dal punto di vista legislativo, togliere lacci e lacciuoli al mondo privato avrebbe determinato una sorta di benessere collettivo. Come se invece quelle leggi, articolo 18 e altro, avessero rappresentato un freno allo sviluppo, dimenticando che su alcuni diritti come quelli al lavoro, alla sanità, all’istruzione e all’ unità del paese non può mai essere il mercato a poterle stabilire, perchè l’imprenditore privato punta al massimo profitto. E si rischia quello che sta accadendo e per il quale stiamo richiedendo una serie di quesiti referendari che tentano, in qualche modo, di bloccare questa deriva del mercato che loro chiamano flessibile, ma che significa precario. E nel quale si mette in gioco anche la dignità dei lavoratori e dei nostri ragazzi che vanno sempre più via dall’Italia. A Siracusa – ha concluso- c’è un territorio che sta invecchiando con grandissima rapidità dove la fascia giovanile e ci ritroveremo con una comunità di ultrassettantenni, con costi sociali altissimi e pensioni bassissime”.
Per i quattro referendum si potrà votare domani, 19 maggio, dalle 18 in un banchetto allestito in via Principe Umberto, nei pressi della Villa comunale.
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