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Augusta, tradizione religiosa e culinaria insieme per il “Venerdì santo”

La cerimonia della “scisa a cruci”  è prevista per le 18, 30 in piazza delle Grazie

Dalla tradizione religiosa delle due processioni del Cristo morto a quella culinaria del lutto anche in cucina  con la pasta al nero di seppia. Si vive così, ad Augusta, il “Venerdì santo” iniziato stamattina alle 5 con l’uscita dalla chiesa di San Giuseppe, in via Garibaldi del simulacro del Cristo morto, accompagnato in processione per le vie cittadine a fare visita ai sepolcri delle varie chiese  dalle marce funebri del corpo bandistico “Federico II- Città di Augusta,  diretto dal maestro Gaetano Galofaro. Una cerimonia coinvolgente che richiama sempre tanta gente nonostante l’ora e un percorso durato l’intera mattinata, caratterizzato anche dalla presenza di tante Madonne Addolorate,  che hanno sfilato in silenzio davanti al simulacro.

Una tradizione anche questa antica e ripresa dalla confraternita di  San Giuseppe che ha curato la prima processione a cui farà seguito, intorno alle 18, 30, la cerimonia di un altro  Cristo morto che verrà prima crocefisso, davanti allo struggente scenario del mare di piazza delle “Grazie”. E poi, dopo essere stato deposto dalla croce, durante la tradizionale “a scisa acruci”, sarà portato in processione della confraternita dell’Immacolata per incontrare, all’altezza di via Roma, detta via del Calvario, con via Xifonia, la Madonna Addolorata, nel tradizionale “rito della spartenza”, in un momento di condivisione collettiva

Ma il lutto per la morte di Cristo si tramanda, ad Augusta, anche a tavola con la tradizione culinaria che si sposa con la fede religiosa. Oggi nelle case degli augustani si cucina immancabilmente la pasta con il nero di seppia,  che ricorda  il lutto indossato dalle donne per la morte di un parente  e, dunque, per la morte di Gesù.


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