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Augusta, tratto ex SS 114 chiuso per cedimento a Punta Cugno, pronto un esposto alla magistratura

Ad accendere i riflettori sulla questione è Di Franco, presidente della filantropica Umberto I che fa anche appello al nuovo commissario del Libero consorzio di Siracusa  

Potrebbe arrivare sul tavolo della Procura la vicenda della chiusura, l’ennesima e ormai di nuovo da più di due anni, del tratto di Punta Cugno della ex 114 che da Siracusa arriva ad Augusta, interdetta alla circolazione veicolare per un cedimento strutturale. A star valutando di rivolgersi alla magistratura per avere riconosciuto un diritto è Mimmo Di Franco, presidente della filantropica Umberto I che già lo scorso maggio aveva pubblicamente sollevato la questione del blocco del tratto stradale “con conseguente deviazione sulla 193, con pericolo di attraversamento della 114, nella direzione opposta per immettersi sulla bretella 193”, invitando, al contempo, la deputazione regionale ad intervenire per sollecitare l’apertura.

“Il 17 maggio uscì un articolo di stampa dell’onorevole Giuseppe Carta, che – dice Di Franco- si premurò a fare un’interrogazione urgente al presidente della regione Sicilia e all’assessore regionale alle Infrastrutture e mobilità, nella quale commissione è presidente lo stesso Carta, per il ripristino e la messa in sicurezza della strada. Si chiede, dopo 4 mesi dall’interrogazione urgente, se ci sia stato un seguito oppure tutto è arenato. In questi giorni si stanno pagando 78 euro per la revisione biennale dell’auto obbligatoria, oltre il possesso dell’auto obbligatorio annualmente, oltre le accise sulla benzina, mi chiedo perché nessuno obbliga chi di competenza a ripristinare uno stato di sicurezza delle strade, considerato l’esorbitante costo che un automobilista paga allo Stato e alla Regione”.

Di Franco fa appello al nuovo commissario del libero consorzio comunale di Siracusa, Mario La Rocca, insediatosi da 15 giorni per un suo diretto intervento per sbloccare l’iter. “Non se ne può più. Non sono i 4 mesi di ritardo ma gli oltre quattro anni di chiusura con un intervallo di apertura di qualche mese”, conclude.


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