Affronterà in questi giorni i primi step dell’iter parlamentare prima della sua definitiva approvazione il decreto legge intitolato “Norme per il riconoscimento e la tutela della figura del caregiver familiare”, che mira a tutelare i caregivers, figure di primaria e fondamentale importanza per l’assistenza in ambito familiare delle persone non autosufficienti, disabili, ed anziani. Per questo obiettivo l’associazione 20 novembre 1989 con il suo vice presidente Sebastiano Amenta ha predisposto una bozza del disegno di legge sottoponendola al parlamentare regionale dell’Mpa Giuseppe Carta che l’ha sposato e presentato l’11 dicembre 2023 il testo in assemblea regionale.
“Il disegno di legge rappresenta un’occasione per intervenire in una materia in cui sussistono fonti normative eterogenee e distinti centri di azione amministrativa che operano con regole proprie e senza coordinamento. In questo contesto sono previsti interventi a favore dei caregivers familiari al fine di sostenere il processo di progressivo ed equilibrato miglioramento delle loro condizioni di vita individuali, nell’ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente”– dice Amenta che si dice grato al parlamentare Carta a nome per “la sua sensibilità e perchè, grazie alla sua pragmaticità, finalmente i cargiver siciliani a breve avranno una legge che tutela la loro persona”.
Il vice presidente dell’associazione che tutela i diritti dei disabili si dice fermamente convinto che la figura del caregiver familiare debba trovare una sua compiuta disciplina normativa, e per questo “confermo la mia completa disponibilità a rendere concreto quanto rassegnato al fine di dare una risposta ai caregivers familiari, così come peraltro richiesto dal comitato Onu sui diritti delle persone con disabilità, perché è fondamentale sostenere le famiglie, riconoscendo il ruolo di assistenza e di cura svolto dai caregivers familiari, individuando le necessari forme di tutela ed evitando che il sistema di sostegni delle persone con disabilità continui a ricadere interamente su di esse”.
Il lavoro di cura informale (quello svolto gratuitamente) non produce reddito, mafa risparmiare molti soldi alle famiglie e alla collettività. Se i bilanci economici, oltre alle entrate e alle uscite, contemplassero anche la voce “soldi risparmiati”, molto probabilmente esso sarebbe meno invisibile. Nell’ambito del lavoro di cura, quello svolto dal/la caregiverfamiliare – colui/colei che, a titolo gratuito, si prende cura in modo significativo e continuativo di un congiunto non autosufficiente a causa di una grave disabilità – è particolarmente oneroso. “Nonostante ciò, la circostanza che, in Italia, a differenza di molti altri paesi europei, questa figura non sia giuridicamente riconosciuta, né in alcun modo tutelata, rivela in modo inequivocabile quanto anch’esso sia invisibile, dato per scontato, e considerato irrilevante. Tutto ciò, va detto, penalizza in modo particolare le donne, visto che ancora oggi la stragrande maggioranza di coloro che prestano assistenza informale è di genere femminile”– conclude Amenta.
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