“La violenza di genere è un massacro sociale, l’Onu dice che è una violenza dei diritti umani, non è solo il pugno in faccia, è la violazione del diritto alla libertà. Al centro accogliamo mediamente 3 donne a settimana, non tutte denunciano, alcune necessitano solo di ascolto e si avvia, per i casi più gravi, un percorso di fuoriuscita dalla violenza con il rifugio della vittima. Quest’anno abbiamo seguito una ventina di casi, due denunce per violenza sessuale, di cui una da parte di una minorenne”.
È questo il dato sulla violenza contro le donne ad Augusta emerso ieri mattina dalle parole di Stefania d’Agostino, presidente del centro antiviolenza Nesea alla tavola rotonda “Sveliamoci”, organizzata nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne per fare il punto sulla delicata e grave questione- ancora più viva a livello nazionale dopo il recente femminicidio di Giulia Cecchettin – che ogni tre giorni, in Italia fa registrare l’ uccisione di una donna per mano del compagno, del marito, del fratello o convivente, cioè di persone di famiglia che dovrebbero proteggerla ed amarla, come ha sottolineato in apertura Simona Caramagno, vice presidente del centro che da 11 anni si occupa di violenza di genere nel territorio megarese con 10 operatrici specializzate in vari settori, da quello legale a quello psicologico tra cui Veronica Russello, psicologa: “è fondamentale parlare di prevenzione che va fatta nelle case, in famiglia, nelle scuole, di un’educazione che deve partire da bambini”- ha detto, ricordando che una donna ha bisogno, in primis, di essere ascoltata e aiutata da un punto di vista psicologico per poi essere accompagnata nel processo di consapevolezza di quello che sta vivendo e subendo. E soprattutto di fuoriuscita dalla violenza. Consapevolezza che poi deve trovare un aiuto concreto da parte delle forze dell’ordine, della struttura sanitaria e del Comune. E per questo la rete è fondamentale.
“Ad Augusta la rete c’è e funziona“, ha affermato il maggiore Stefano Santuccio, comandante della compagnia dei Carabinieri, che non ha fornito dati di denunce, ma ha ricordato che dal 2009 l’Arma ha creato una sezione atti persecutori al comando generale dove si organizzano corsi per specializzare il personale, e nelle varie caserme è stata creata anche una stanza “rosa” ad hoc per favorire l’ascolto della vittima di violenza in collaborazione anche con altre associazioni.
Danilo Umana, dirigente medico responsabile del Pronto soccorso del Muscatello ha spiegato come si fa l’accoglienza quando una donna si rivolge all’ospedale, soffermandosi sulla task force e sul codice rosa che è un percorso di accoglienza non solo per le donne ma anche per i minori vittime di violenza, attivato dall’Asp e dal coordinamento violenza di genere di cui è responsabile Adalgisa Cucè, che da 10 anni si occupa di attivare i servizi necessari per l’accoglienza che va comunque migliorata: “qualche donna non siamo riusciti a salvarla anche perché negava di essere vittima di violenza. Sono contenta che ad Augusta c’è la rete, il Pronto soccorso di Augusta è uno dei più funzionanti in questo momento – ha ammesso – la violenza psicologica è quella che distrugge, tutti vogliono educare all’affettività ma non si educa all’affettività, ma ad altro. Dopo il caso di Giulia ora vogliono cambiare decreti, ma finora non hanno fatto nulla”.
Da parte sua il Comune, come ha dichiarato Lilly Passanisi, responsabile del settore dei Servizi sociali nel 2023 ha speso 240.000 euro per il sostegno di donne e minori vittime di violenze, per la loro protezione e rifugio in case di accoglienza, una delle quali nascerà a Baia di Arcile nel bene confiscato alla mafia. Il Comune di Augusta è, infatti, tra le 75 amministrazioni che hanno ottenuto un finanziato ad hoc: “siamo pronti a bandire la gara e siamo sicuri che l’anno prossimo partiranno i lavori”– ha fatto sapere il sindaco Giuseppe Di Mare, l’assessore alle Politiche sociali Biagio Tribulato nel ribadire l’importanza della sinergia tra tutti gli attori, dalla società civile, alle associazioni, famiglie e istituzioni scolastiche ha affermato che il Comune si sta impegnando a reperire una sede per il centro che ad oggi non ha ancora un luogo fisico dove poter accogliere le donne maltrattate o violentate.
La conferenza, moderata dall’avvocata Alessandra Garufi, e a cui hanno preso parte anche l’ispettore Alfio Abate del commissariato di polizia, i presidenti di Lions Augusta host Nella Di Franco, Kiwanis Giuseppe Russo e Fidapa Maria Blundo, si è conclusa con la toccante testimonianza dell’attivista iraniana Vajiheh Hajhousseini, vice presidente dell’associazione culturale “Casa dell’arte iraniana” e volontaria del movimento “Donna, vita e libertà”, che racconta come le donne in Iran sono costrette a vivere nell’assoluta mancanza di libertà. La giovane donna lo stesso aveva fatto il giorno prima con delle delegazioni di studenti augustani che, a palazzo San Biagio, con varie performance artistiche avevano contribuito a lanciare messaggi di libertà e di lotta alla violenza di genere.
Altri studenti più piccoli del secondo comprensivo Corbino, inoltre, ieri mattina, sulle scale dell’androne del palazzo di città hanno lanciato un messaggio di pace e amore con il coro di voci “che si elevano verso un mondo non violento” interpretando “Non alzare la voce. Canzone per la pace. Tumpa”, per un progetto europeo E-Twinning, che ha legato altre scuole in provincia ma anche in Grecia, Romania, Turchia e Spagna. Nell’ambito dell’evento “La voce pura contro il silenzio” a seguire i presidenti di Fidapa, Lions club host e Kiwanis hanno svelato il velo su tre sagome rosse di donne, testimoni della violenza subita e poste alla fine delle scale.
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