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Maggiore equità salariale, sciopero dei metalmeccanici fuori dagli stabilimenti Sonatrach di Augusta

La nota a firma dei segretari provinciali Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil, rispettivamente Angelo Sardella, Antonio Recano e Giorgio Miozzi, i quali accusano le aziende del settore di aver ignorato negli ultimi mesi le richieste del sindacato

I metalmeccanici, questa mattina, hanno scioperato alla Sonatrach per rivendicare un salario dignitoso e il rispetto dei diritti che non sarebbero stati rispettati.

“I metalmeccanici in questi mesi hanno intrapreso una battaglia di legalità e di dignità, normativa e salariale, che intendono portare fino in fondo. Il settore degli appalti è composto da circa 7 mila unità, che subiscono livelli di precarietà, sfruttamento e pressione coercitiva ormai insopportabili, tutto questo è la rappresentazione plastica del degrado che soffre, oggi, il lavoro all’ombra del petrolchimico”, dichiarano i segretari provinciali Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil, rispettivamente Angelo Sardella, Antonio Recano e Giorgio Miozzi, i quali accusano le aziende del settore di aver ignorato negli ultimi mesi le richieste del sindacato.

“Ma come dimostra quanto accaduto oggi per affrontare alla radice questa situazione non basta – continuano – più la lotta a livello categoriale o aziendale, sarebbe necessario costruire un fronte ampio di tutti i lavoratori, che vada oltre le giuste richieste di carattere sindacale e si ponga su un terreno di lotta e di generale scontro contro un sistema industriale sordo ed arrogante”.

Fim, Fiom e Uilm continuano “a credere – recita una nota a firma dei tre – che il percorso unitario intrapreso debba diventare elemento di una pratica di lotta che metta insieme, la giusta ridistribuzione di una quota del profitto realizzato con la partecipazione dei metalmeccanici e denunci la pericolosa condizione di oggettiva insicurezza che oggi vive il Petrolchimico”.

“La sfida – concludono i segretari – che ci attende si consuma in condizioni difficili ma dobbiamo essere in grado di rimettere al centro l’organizzazione delle lotte e riconquistare sicurezza, salario e dignità”


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