Si era incagliato, nella notte tra domenica 21 e lunedì 22 aprile, proprio sotto il faro della penisola Magnisi, che divide i confini dei Compartimenti marittimi di Augusta e di Siracusa, il peschereccio iscrito al registro di Catania e proveniente da nord disincagliato nei giorni scorsi.
La sala operativa della Capitaneria di porto-Guardia costiera di Augusta, contattata dal comandante del peschereccio, ha disposto l’intervento dell’ unità navale militare Cp 606, richiedendo l’intervento dell’unità Cp 323 alla sala operativa della Capitaneria di porto di Siracusa, inviando in zona anche una propria autopattuglia.
Una volta accertato che non vi fosse pericolo per l’incolumità dei marittimi imbarcati, che il peschereccio fosse in sicurezza e non sussistessero pericoli per l’ambiente marino, l’Autorità marittima di Augusta ha fornito supporto all’armatore dell’unità da pesca, per procedere al disincaglio attraverso una ditta specializzata operante nel porto di Augusta, che è un sorgitore attrezzato per affrontare una variegata gamma di criticità.
Giornalmente, un’autopattuglia della Guardia costiera di Augusta si è accertata che non vi fossero dei peggioramenti nel precario equilibrio del peschereccio sulla scogliera, e che non vi fossero sversamenti né di carburante né di olii. Infine, venerdì 26 aprile, sotto la supervisione della motovedetta Cp 606 e di una pattuglia a terra, la ditta specializzata per mezzo di un pontone munito di una gru di grosso tonnellaggio, ha provveduto a disincagliare ed imbragare il peschereccio, per il successivo trasporto in un cantiere navale dell’aretuseo, con scorta fornita dapprima dalla Cp 606 e, successivamente, dalla Cp 323, con cui si è data il cambio.
Sarà l’autorità marittima di Siracusa a curare l’inchiesta amministrativa volta ad accertare le cause del sinistro. La Guardia costiera ricorda i numeri unico di emergenza 112 e dell’ emergenza in mare 1530.
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