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Sbarca anche ad Augusta il granchio blu: un ritorno dopo 50 anni

Non una proliferazione oggi nella acque megaresi come quella che ci fu,  invece, alla fine degli anni Sessanta quando il “granchio americano”   invase la rada del porto

Sono arrivati ad Augusta i granchi blu, diventati famosi negli ultimi mesi per aver invaso le acque del Mediterraneo. Anche se qui si trovano sui banconi del pesce e non nella rada del porto come successe oltre 50 anni fa.   Nei giorni scorsi erano in vendita  al mercato del centro storico i crostacei, che tanto clamore hanno suscitato anche nelle cronache dei tg perché considerati i “killer dei mari” che  divorano con voracità vongole, cozze, crostacei, e qualsiasi tipo di pesce, compresi quelli appena nati e le uova. Un’emergenza lamentata da più parti che starebbe  creando un grosso danno ambientale ed economico alle coltivazioni ittiche, per esempio, delle vongole di Goro e Comacchio, nella costa ferrarese, rovinando anche le reti dei pescatori.

Secondo quanto  riferitoci dal venditore i granchi provengono dal mercato generale di Catania dove  spesso si riforniscono gli ambulanti e dove si cerca evidentemente di smerciare  la grande quantità del “Callinectes sapidus”,  il nome scientifico del granchio blu, che non appartiene al nostro ecosistema, ma è arrivato in Italia dall’Atlantico attraverso i cargo.

Lo stesso sistema che lo portò ad Augusta alla fine degli anni Sessanta quando  “invase” la rada megarese dove attraccano le petroliere del petrolchimico, che probabilmente furono il principale vettore di trasporto. Vista la sua provenienza all’epoca fu chiamato il “granchio americano” e presto si diffuse velocemente nelle case degli augustani e nei banchi del pesce, come ricorda bene chi ha qualche anno in più. In questo caso i crostacei crearono  non pochi problemi ad alcuni impianti industriali e agli scarichi a mare, poi improvvisamente, cosi come erano arrivati sparirono qualche anno dopo.


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