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Un centro di trattenimento per migranti da rimpatriare ad Augusta, per il costo di 8 milioni di euro

E’ previsto nel programma triennale dei lavori del ministero della Difesa per il 2024, localizzato in una stazione di pompaggio , come riporta la rivista  “Altreconomia”

Un centro di trattenimento per migranti  in attesa di esecuzione di provvedimenti di espulsione a seguito di un ordine di rimpatrio ad Augusta. E’ quanto prevede la programmazione triennale dei lavori del ministero della Difesa per il 2024 da dove si evince che  il Governo ha in programma di realizzare, entro la fine di quest’anno,  due nuove strutture di trattenimento per i richiedenti asilo provenienti da paesi sicuri e sottoposti a procedura accelerata di frontiera”. Una ad Augusta, appunto, e un’altra a Trapani, che si aggiungerebbero al centro  inaugurato a Ferragosto a Porte Empedocle (Agrigento).

Lo scrive la rivista “Altreconomia” che, riporta anche l’ elenco dei vari lavori programmati dalla Difesa  tra cui figura anche  il Cpr megarese  localizzato, come si legge,  in una “stazione di pompaggio”, in un’area del territorio non meglio  specificata, per un costo di 8 milioni di euro. La stessa somma è impegnata per l’altra struttura prevista a Trapani,  per un totale di 16 milioni di euro.

Nell’ articolo di Luca Rondi si sottolinea che da un  lato il Governo pensa alle nuove strutture di trattenimento previste dal cosiddetto “decreto Cutro”, poi convertito in legge, dopo la strage  di migranti del 2023 nelle coste della Calabria, dall’altro le sue regole giuridiche sembrano fragili considerato che nei giorni scorsi due giudici del tribunale di Palermo, ritenendo insufficienti le motivazioni,  non hanno convalidato il trattenimento al centro di Porto Empedocle di cinque richiedenti asilo provenienti dalla Tunisia e li hanno rimessi in libertà. A inizio ottobre 2023 era stato, invece, il Tribunale di Catania a non convalidare il trattenimento di otto persone nel nuovo centro di trattenimento di Pozzallo.

Secondo i dati ottenuti e riportati da Altreconomia “a inizio luglio 2024 dalla Commissione nazionale per l’asilo, in seno al ministero dell’Interno, sarebbero infatti appena 17 i casi -tutti nel 2023- che sono finiti sotto il cappello della “nuova” procedura. Zero nei primi cinque mesi del 2024”.

 


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